Ordine dei Medici
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Newsletter OMCeO 14/2013


In primo piano

TRASFERIMENTO DELLA SEDE DELL’ORDINE:

Si comunica che a far data da LUNEDI’ 26 AGOSTO 2013, causa ristrutturazione della sede, la segreteria dell’Ordine è trasferita in VIA 9 AGOSTO 6/A – GORIZIA – primo piano (sopra all’ex negozio Bolckbuster).

Per contattare gli uffici è attivo il seguente numero telefonico: 370 3284236

Gli orari di apertura al pubblico sono i seguenti: 

MATTINO

lunedì- mercoledì – giovedì dalle 10.00 alle 14.00

martedì e venerdì dalle 10.00 alle 13.00

POMERIGGIO

martedì e giovedì dalle 16.30 alle 19.00

INPS e VISITE FISCALI.

MEDICI FISCALI: Comunicato stampa ANMEFI 

Su richiesta della dott.ssa Rita Facchinetti medico fiscale presso la sede Inps di Monfalcone- Gorizia, iscritta a quest’Ordine, Consigliere Regionale ANMEFI, pubblichiamo di seguito il Comunicato Stampa  per sensibilizzare i colleghi sul grave momento che i medici fiscali in Italia stanno attraversando
Chi fosse interessato ad iscriversi all’ Associazione, può farlo sul sito  www.anmefi.it
, oppure scrivendo alla Dr.ssa Facchinetti all’indirizzo rita.doc62@libero.it

L’Associazione, ANMEFI (Associazione Nazionale Medici Medicina Fiscale), registra con grande rammarico, in quasi tutte le sedi INPS di Italia, una ulteriore riduzione delle visite fiscali programmate dall’Istituto per il mese di agosto 2013.
A fronte di questo ulteriore danno alla dignità personale e professionale, si rammenta il mantenimento, da parte dei Medici Fiscali, della disponibilità quotidiana e non retribuita, nell’assicurare un servizio utile per l’intera collettività.
Disponibilità confermata, anche in un periodo solitamente dedicato alle ferie, a testimonianza dell’altissimo senso di responsabilità di questi Medici.
Se per un lavoratore dipendente il giusto riconoscimento del ristoro psicofisico è tutelato dalla Costituzione, per la categoria del Medico Fiscale, è totalmente disconosciuto stante anche l’anomalia del tipo di lavoro che, ultimamente, ha visto una rottura unilaterale del rapporto fiduciario.
Questa decisione dell’INPS si aggiunge, infatti, a quella del maggio 2013 per la quale le visite fiscali d’ufficio erano già state ridotte del 90%.
I Medici Fiscali che, ricordiamo, oggi vivono con una media di 500 euro al mese, continuano a subire gravi danni sia economici che morali, senza che i media e gli organismi di informazione si attivino per mettere in risalto questa grave situazione.
La estrema riduzione dei controlli fiscali non é solo una problematica di categoria. Potrebbe trasformarsi in un pericoloso detonatore per il già grave bilancio dell’Inps, con il rischio che l’Istituto, in un prossimo futuro, non sia più in grado di erogare pensioni.
In relazione alla grave crisi economica, le aziende in difficoltà, possono addirittura sfruttare la malattia come "ammortizzatore sociale", permettendo al lavoratore di non ricevere più lo stipendio dal datore di lavoro, ma direttamente dall’INPS, che continuerebbe ad erogare malattie non esistenti.
ANMEFI.

Riportiamo in allegato anche il secondo comunicato stampa ANMEFI

ENPAM. Da settembre la domanda per riscatti e ricongiunzioni si compila ON-LINE

Niente più carta, raccomandate e fax per i riscatti e le ricongiunzioni dell’Ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri. Dal 1° settembre 2013, gli iscritti potranno fare domanda per questi adempimenti direttamente online accedendo all’area riservata del sito Enpam
La procedura telematica permette di ridurre i tempi e di evitare errori: si eliminano le attese legate alla spedizione postale, alla protocollazione e all’inserimento dei dati, e si riduce al minimo l’eventualità di inesattezze nella compilazione. L’iscritto troverà infatti molti dei campi che lo riguardano già precompilati, grazie alle informazioni contenute nella banca dati dell’Enpam. Inoltre, un sistema di controlli automatizzati avverte l’iscritto in caso di errore, facilitandolo e guidandolo passo per passo nella presentazione della domanda. Al servizio di compilazione online si potrà accedere in qualsiasi momento.

“L’introduzione dei moduli online rappresenta un ulteriore passo nel senso della completa digitalizzazione delle procedure dell’Enpam – ha detto il presidente della Fondazione Enpam Alberto Oliveti –. È una direzione verso la quale vogliamo procedere speditamente per aumentare l’efficienza e la qualità dei servizi agli iscritti e per realizzare risparmi”.

La digitalizzazione dei moduli è stata preceduta da un lavoro di riscrittura e di restyling dei moduli cartacei, sia nella componente linguistica sia nella struttura e nella grafica del testo. Il lavoro ha tenuto conto delle tecniche di semplificazione del linguaggio burocratico amministrativo e si è avvalso anche di strumenti di misurazione dell’accessibilità dei testi.

Una volta ultimata la compilazione, l’utente potrà salvare una copia della domanda inviata e riceverà un’email di conferma di ricezione. In ogni momento poi, l’iscritto potrà verificare a che punto è la propria pratica di riscatto utilizzando il servizio di tracciabilità della domanda (servizio non ancora disponibile per le domande di ricongiunzione).

ATTIVITA’ SPORTIVA NON AGONISTICA.

MEDICI DI FAMIGLIA E CARDIOLOGI: DISAPPUNTO SUI CERTIFICATI.

A pochi giorni dalla riapertura delle scuole e dalla ripresa delle attività sportive in strutture pubbliche e private è caos certificati. Le nuove norme del Dl Fare, diventato legge il 9 agosto, che hanno l”intento di semplificare la certificazione eliminandone l”obbligo in caso di attività ludico motoria e amatoriale, e mantenendola nei casi di attività sportiva non agonistica (lasciando però al medico o pediatra di base la scelta di procedere con nuovi accertamenti, come l”elettrocardiogramma) lasciano perplessi, per ragioni diverse, i medici di famiglia e i cardiologi. I primi chiedono con una lettera indirizzata al ministro Lorenzin maggiore chiarezza su come comportarsi e rimarcano che le norme che lasciano al medico la responsabilità di scegliere se praticare l”elettrocardiogramma sono rischiose «perché la scelta di non praticarlo in un contenzioso legale potrebbe essere configurata come imprudenza». I secondi invece si dicono contrari all”abolizione dell”elettrocardiogramma obbligatorio, chiedendo alla politica un ripensamento. «L”elettrocardiogramma serve per evidenziare patologie insospettate» spiega Francesco Fedele, direttore del Dipartimeto di cardiologia dell”università La Sapienza «neanche il clinico più perspicace potrebbe identificare, in base all”anamnesi, coloro che hanno necessità di un elettrocardiogramma dal momento che, anche in assenza di qualsiasi indizio clinico, questo esame può rilevare anomalie dalle conseguenze potenzialmente letali».

BIANCO E IL NUOVO CODICE: Siamo tutti persone assistite. 

 «La medicina sta cambiando e si rivolge anche ai sani, ecco perché nella bozza del nuovo codice si propone il termine persona assistita al posto di paziente». Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici Amedeo Bianco torna sulla bozza di codice deontologico oggetto di polemiche. Per il leader ordinistico milanese Roberto Carlo Rossi abolire la parola paziente è un lifting inutile poiché il rapporto di cura nasce sempre sbilanciato, e il medico può dimostrarsi al fianco del malato con le sue azioni. Per il leader del sindacato Snami Angelo Testa, altro medico di famiglia, il tema non è prioritario. Per l’ematologo Franco Mandelli l’uso della parola “assistito” è fuorviante: pare vi sia bisogno di un medico ma non della sua assistenza, il medico perde centralità nella cura? Bianco sa che la proposta è densa d’implicazioni e suscita risposte istintive. «Con la nuova terminologia – che abbraccia oltre alla cura gli aspetti dell’assistenza, dando senso a tutte le azioni rivolte a dare salute, e dell’empatia – abbiamo inteso qualificare in modo polivalente la moderna relazione di cura che non è più solo tra un medico e un malato e non ha più solo per argomento la malattia, ma si estende alla relazione tra medicina e domanda di salute moderne. Oggi la medicina si rivolge anche ai sani. I medici di famiglia sanno bene queste cose poiché hanno a che fare con prevenzione, medicina predittiva ed educazione a corretti stili di vita, aspetti contemporanei di una medicina che si indirizza pure a persone “sane”: dovremmo chiamarle clienti? Utenti? Se esiste un termine che li affianchi ai malati come titolari di un diritto alla salute, potrebbe ben essere persona assistita».

Diritto Sanitario

CORTE DI CASSAZIONE: Consenso informato. Obbligatorie informazioni esaustive.

Il professionista sanitario ha l’obbligo di fornire al paziente tutte le informazioni possibili in relazione alle cure mediche o all’intervento chirurgico da effettuare, tanto è vero che deve sottoporgli, affinchè lo sottoscriva, un modulo non generico, dal quale sia possibile desumere con certezza l’ottenimento in modo esaustivo delle informazioni medesime.
In questi termini si è espressa la Suprema Corte, aggiungendo che il medico-chirurgo viene meno all’obbligo a suo carico in ordin e all’ottenimento del cosiddetto consenso informato ove non fornisca al paziente, in modo completo ed esaustivo, tutte le informazioni scientificamente possibili sull’intervento chirurgico che intende eseguire e soprattutto sul bilancio rischi/vantaggi.
Esito del giudizio
la richiesta risarcitoria avanzata dal paziente per aver perduto la vista a seguito di un trattamento chirurgico, veniva accolta dal Tribunale e respinta in Corte d’appello.
La Corte di Cassazione, ritenendo censurabili le motivazioni dei giudici poste alla base della decisione di secondo grado (appello) ha accolto il ricorso proposto dal paziente.

CORTE DI CASSAZIONE – Civile: Nessuna responsabilità per l’A.O. se il paziente liberamente si sottrae alle cure.

Il fatto
Un paziente ha citato in giudizio l’Azienda Ospedaliera esponendo che durante un lancio con il paracadute era rimasto vittima di un infortunio alla gamba e che trasportato al pronto soccorso, riscontrata una frattura, gli era stata praticata una ingessatura e consigliato il ricovero che aveva rifiutato, lasciando l’ospedale.
Dopo circa venti giorni, persistendo forti dolori, si era presentato presso un altro ospedale dove veniva sottoposto ad un nuovo esame radiografico e conseguente intervento chirurgico.
Sosteneva l’attore che il ritardo nel trattamento chirurgico, imputabile al primo ospedale, aveva prolungato l’immobilizzazione in gesso di circa tre mesi, ritardando i processi riparativi per l’insorgenza di un quadro algodistrofico con conseguenti postumi permanenti.
Profili giuridici
Emerge dall’impugnata sentenza che i medici della prima Azienda Ospedaliera, a seguito di un controllo radiografico, consigliarono il ricovero per proseguire il trattamento della lesione e che la soluzione prospettata non fu perseguita per esclusiva volontà del paziente.
La Corte precisa che in alcun caso il medico può imporre una cura; essa è sempre consigliata ed il paziente, debitamente informato, è sempre libero di seguirla.
La volontà di non proseguire le cure costituisce fatto interruttivo del nesso causale fra la condotta dei sanitari e le conseguenze pregiudizievoli ascrivibili al ritardato intervento chirurgico al quale il paziente si sottopose presso un’altra struttura ospedaliera, dopo aver lasciato trascorrere circa trenta giorni senza controlli sull’evoluzione della patologia.

TERAPIA INTENSIVA APERTA AI FAMILIARI DEI PAZIENTI.

L’ammissione ad un reparto di Terapia intensiva è riconosciuta piuttosto diffusamente come un’esperienza estremamente stressante per i pazienti così come per le loro famiglie. Esiste una ragione sanitaria che giustifichi la volontà (o necessità) di imporre delle limitazioni e di tenere "chiuse" le Terapie intensive? La risposta è no. Al contrario. Le ragioni di queste limitazioni sono sostanzialmente basate sull’idea (infondata) che i familiari rappresenterebbero un pericolo per la salute stessa dei pazienti (rischio infezioni, cambiamenti fisiologici come tachicardia, aritmia, ipertensione e ansia da stress emotivo) mentre la loro presenza in reparto interferirebbe con la "normale" assistenza infermieristica. Nulla di più falso. Le Terapie intensive ispirate ad un modello di tipo pazientecentrico, producono risultati migliori rispetto a quelle che adottano modelli definiti patologiacentrici. Le visite di parenti e familiari fanno dunque bene al malato e all’intero contesto familiare ed hanno effetti fisiologici benefici. Come dimostrano diversi studi di tipo descrittivo, non vi è alcuna motivazione razionale nella decisione di limitare le visite in Terapia intensiva. La famiglia è una parte fondamentale di ogni individuo e gioca un ruolo prioritario nel mantenimento del benessere psico fisico del paziente, contribuendo alla sua stessa guarigione. Per questo motivo l’organizzazione delle terapie intensive italiane è oggi chiamata ad adeguare i propri standard a quelli europei e americani. Il Comitato Nazionale per la Bioetica ha reso noto il parere curato da Andrea Nicolussi, approvato all’unanimità lo scorso 19 luglio e intitolato "Terapia intensiva aperta alle visite dei familiari". L’obiettivo di questo testo è portare l’attenzione su un aspetto peculiare dell’organizzazione sanitaria, quello delle visiting policies (accompagnamento e visita dei familiari) in Terapia Intensiva che, come si legge nel parere , è "una applicazione, non sempre adeguatamente considerata, del principio del rispetto della persona nei trattamenti sanitari", (art. 32, co. 2 cost.). Il paziente non deve essere trattato quale individuo isolato e "come un mero corpo da curare, ma come persona con le sue relazioni significative dalle quali non deve essere forzatamente separato aggiungendo solitudine alla già grave condizione di malattia". Muovendo da tale principio, è possibile realizzare "anche un miglioramento della stessa qualità medica delle cure". Il Cnb argomenta e supporta il proprio parere sottolineando come numerosi dati ed evidenze suggeriscano che la promozione dell’accesso alla Terapia intensiva per familiari e visitatori "non solo non è pericolosa per i pazienti, ma anzi è benefica sia per loro sia per le famiglie. In particolare l’ "apertura" della TI non causa un aumento delle infezioni nei pazienti, mentre si riducono in modo statisticamente significativo tanto le complicanze cardio-vascolari quanto gli anxiety score; inoltre, i pazienti presentano indici ormonali di stress significativamente più bassi". Allo stesso modo, si riscontra una significativa riduzione dell’ansia nei familiari di parenti ricoverati in TI aperte, ed indici di stress sensibilmente più contenuti. Il comitato sottolinea infine la necessità che "l’organizzazione delle terapie intensive anche in Italia si adegui al modello della "terapia intensiva aperta", al fine di colmare il gap esistente con gli altri Paesi Europei e Americani, i quali "già da tempo si sono orientati con successo in questa direzione". I bioeticisti concludono il proprio parere con una fondamentale precisazione: terapia intensiva "aperta" non significa affatto TI "senza regole". Questo si traduce in una utile e necessaria disciplina "che permetta di organizzare le aperture in modo da salvaguardare anche gli altri valori in gioco. Il parere pone quindi in evidenza anche il problema delle norme di condotta che gli stessi visitatori debbono rispettare per mantenere ordinato, rispettoso dei luoghi e delle persone e proficuo l’accesso agli ospedali e alle terapie intensive in particolare". Di Nadia Fusar Poli
Fonte: http://www.governo.it/Presidenza/Comunicati/testo_int.asp?d=72330

Area formativa

INQUINAMENTI AMBIENTALI E RISCHI PER LA SALUTE: IL PUNTO IN FRIULI VENEZIA GIULIA
Il Convegno organizzato dall’Ordine dei Medici di Gorizia, con il patrocinio dell’ISDE FVG, della Rete italiana OMS Città Sane Nazionale e Regionale, della Provincia di Gorizia, dell’Ass. n. 2 Isontina, dei Comuni di Gorizia e Monfalcone, si terrà presso l’Auditorium del P.O. S. Polo di Monfalcone (GO) SABATO 28 SETTEMBRE 2013 dalle ore 9.00 alle ore 14.00.

Il Convegno è rivolto a tutti i medici e gli odontoiatri della Regione FVG. E’ stato richiesto l’accreditamento ECM.

E’ stato concesso l’anticipo della Guardia Medica alle ore 8.00.

E’ obbligatoria la preiscrizione con richiesta da comunicare alla segreteria dell’Ordine esclusivamente via e-mail (ordmedgo@libero.it ) o via telefono al numero 370 – 3284236.

SLOW MEDICINE
Il Convegno organizzato dall’Ordine dei Medici di Gorizia si terrà presso l’Auditorium del P.O. S.Polo di Monfalcone (GO) sabato 26 ottobre 2013 dalle ore 9.00 alle ore 14.00.  Il convegno, che vedrà tra i Relatori, tra gli altri, il Dr Roberto Satolli e la Dr.ssa Sandra Vernero, precursori e fondatori del movimento per la slow medicine in Italia, è volto ad un’analisi, valutazione e commento ai principi etici e ai risvolti pratici della "slow medicine" per la quale cure appropriate e di buona qualità, unite ad una adeguata comunicazione fra le persone, riducono i costi dell’organizzazione sanitaria e promuovono l’appropriatezza delle risorse disponibili.

Verrà richiesto l’accreditamento ECM. E’ stato concesso l’anticipo della Guardia Medica alle ore 8.00. Appena disponibile, il programma definitivo verrà pubblicato sul sito dell’Ordine e sulla newsletter.

E’ obbligatoria la preiscrizione con richiesta da comunicare alla segreteria dell’Ordine esclusivamente via e-mail (ordmedgo@libero.it ) o via telefono al numero 370 – 3284236. 

SICUREZZA DEI PAZIENTI E DEGLI OPERATORI in formazione residenziale.
Il Corso organizzato dall’Ordine dei Medici di Gorizia si terrà presso l’Auditorium del P.O. S.Polo di Monfalcone SABATO 9 NOVEMBRE  2013 dalle ore 9.00 alle ore 14.00.

Dà diritto a 15 Crediti Formativi ECM Nazionale anno 2013.

Il Corso è gratuito per medici, odontoiatri e infermieri.

E’ stato concesso l’anticipo della Guardia Medica alle ore 8.00. 

E’ obbligatoria la preiscrizione con richiesta da comunicare alla segreteria dell’Ordine esclusivamente via e-mail (ordmedgo@libero.it ) o via telefono al numero 370 – 3284236.